Emilie Kempin-Spyri (1853 – 1901)

Emilie Kempin-Spyri è la prima donna svizzera a ottenere il dottorato in giurisprudenza e l’abilitazione alla libera docenza. In quanto donna non le viene tuttavia consentito di esercitare la professione di avvocato. Contro questa decisione interpone ricorso invocando la parità di diritti sancita nella Costituzione. Il Tribunale federale lo rigetta adducendo che applicare, come lei fa, questo principio giuridico alle donne è tanto innovativo quanto ardito. Emigra allora a New York dove fonda una scuola femminile di diritto e insegna come docente universitaria, ciò che più tardi farà anche a Zurigo. 

Crediti: la Commissione federale per le questioni femminili CFQF

Emilie Spyri nasce a Zurigo nella famiglia di un pastore protestante. Terminata la scuola dell’obbligo, come molte ragazze di estrazione borghese frequenta un anno di economia domestica a Neuchâtel per prepararsi al ruolo di moglie e madre. A questa prospettiva lei preferirebbe di gran lunga iscriversi a un’università, ad esempio a quella di Zurigo dove dal 1864 sono ammesse anche le donne. Ma per la famiglia Spyri è inconcepibile che una donna studi ed eserciti una professione. In un articolo apparso nella Neue Zürcher Zeitung, suo padre scrive che gli sbalzi ormonali mensili delle donne rendono le donne inadatte a insegnare o a ricoprire una carica pubblica. Anche sua zia Johanna Spyri, l’autrice del classico per bambini «Heidi», definisce le studentesse dei «maschiacci». Quando nel 1877 sposa il giovane pastore Walther Kempin, suo padre, per nulla entusiasta del genero «moderno», le rifiuta la dote. Walther Kempin dal canto suo sostiene sua moglie e le insegna il latino e la matematica. Emilie recupera la maturità e a 32 anni, quando è già madre di tre figli, inizia a studiare diritto a Zurigo. 

Nel 1887 diventa la prima donna dell’area germanofona a conseguire il dottorato in giurisprudenza. Un suo ex professore la propone per un incarico come libera docente, ma l’Università rifiuta per principio di nominare una donna. A causa del suo genere le viene negato anche l’accesso all’avvocatura. Nel Cantone di Zurigo, infatti, il brevetto di avvocato è concesso solo a chi possiede il diritto di cittadinanza attiva e, dato che questi include anche il diritto di voto, le donne sono sistematicamente escluse. A indignare Emilie Kempin-Spyri è soprattutto il fatto che il diritto di cittadinanza attiva è l’unico requisito per ottenere il brevetto in questione; non sono invece richieste conoscenze giuridiche. Presenta quindi ricorso al Tribunale federale appellandosi al principio sancito nella Costituzione federale in base al quale tutti gli svizzeri sono uguali davanti alla legge. Secondo la giurista, il termine «svizzeri» sottintende sia uomini che donne. La massima istanza giudiziaria elvetica respinge il suo ricorso adducendo che questa sua interpretazione del diritto è tanto innovativa quanto ardita e non può essere approvata. 

Vista la mancanza di prospettive professionali, nell’autunno del 1888 emigra con la famiglia a New York dove fonda una scuola superiore femminile di diritto e lavora come docente universitaria. La giurista svizzera e il suo college godono di un’ottima reputazione. Suo marito, tuttavia, fatica a integrarsi e rientra in patria con i due figli maggiori, Robert e Gertrud. Quando nel 1891 Robert si ammala gravemente anche Emilie Kempin-Spyri torna a casa con la figlia minore Agnes. 

Di nuovo a Zurigo lavora alla sua tesi di abilitazione e si candida ancora una volta come libera docente. Dopo un primo rifiuto, il Consiglio dell’educazione zurighese le concede in via eccezionale l’abilitazione all’insegnamento. Per sbarcare il lunario con la sua famiglia di cinque persone, oltre all’attività di docente gestisce uno studio di consulenza legale insieme al marito, il solo dei due che può rappresentare i clienti in tribunale. Emilie Kempin-Spyri continua a battersi con determinazione per l’ammissione delle donne all’avvocatura. Inizia a insegnare presso la scuola superiore femminile di Zurigo e fonda la rivista Frauenrecht. Nel 1893 crea l’Associazione per la difesa dei diritti delle donne, una precorritrice della futura Associazione per il diritto di voto alle donne e offre consulenze legali gratuite alle donne. 

Nel 1895 i coniugi Kempin si separano ed Emilie si trasferisce a Berlino, città che conosce da precedenti soggiorni. Gestisce uno studio di consulenza legale e tiene corsi di diritto presso l’accademia privata Humboldt, ma gravi problemi personali e difficoltà economiche persistenti la mettono a dura prova. La diagnosi di tumore e la gravidanza fuori dal matrimonio di sua figlia maggiore, con la conseguente caduta in disgrazia della famiglia nella società, le danno il colpo di grazia. Emilie Kempin-Spyri ha un crollo nervoso e viene ricoverata in una clinica dove, dopo le prime tre settimane, viene trattenuta contro la sua volontà. Viene successivamente interdetta e trasferita nell’allora ospedale psichiatrico Friedmatt di Basilea. Isolata dal mondo esterno, ignora come il suo impegno a favore dell’uguaglianza delle donne nell’istruzione e nel diritto stia progressivamente spianando la strada a chi ha raccolto il suo testimone. Nel 1898 il Cantone di Zurigo concede l’avvocatura alle donne e nel 1900 per la prima volta una donna svizzera ottiene il brevetto di avvocato. Emilie Kempin-Spyri muore nel 1901. (Crediti: la Commissione federale per le questioni femminili CFQF).

“Nella lotta per il nostro legittimo diritto a un’istruzione migliore, noi donne, purtroppo, siamo state spesso spinte fuori strada. Anziché svolgere felici e spensierate il nostro lavoro, abbiamo dovuto passo dopo passo superare i pregiudizi più incredibili sulle nostre capacità.”

Emilie Kempin-Spyri, 1897

 

 

 

 

Marie Goegg-Pouchoulin (1826 – 1899)

Nel 1868 Marie Goegg-Pouchoulin fonda l’Associazione internazionale delle donne, la prima organizzazione per i diritti delle donne in Svizzera che si prefigge di realizzare la parità giuridica e che ha nella rete di contatti internazionali la sua principale caratteristica. Ma la ginevrina si rivela una pioniera anche per un’altra iniziativa: nel 1869 fonda Le journal des femmes, la prima rivista femminista svizzera nella quale riferisce sui movimenti femministi di tutto il mondo. 

Crediti: la Commissione federale per le questioni femminili CFQF

Come molte ragazze del 19esimo secolo, anche Marie Pouchoulin riceve un’istruzione scolastica limitata e a soli 13 anni inizia a lavorare nell’orologeria di suo padre. Parallelamente, studia da autodidatta letteratura e storia, e in un secondo momento anche inglese e tedesco. Nel 1845, a 19 anni, sposa il commerciante Marc-Antoine Mercier, ma il matrimonio dura poco e Marie Pouchoulin torna con suo figlio nella casa paterna. Qui, entra in contatto con le idee radicaldemocratiche dell’epoca propugnate dai rifugiati politici dei Paesi vicini ai quali i suoi genitori danno ospitalità dalla fine degli anni 1840. In questo ambiente fa la conoscenza di Amand Goegg, rivoluzionario e giurista tedesco del Baden, fuggito a Ginevra per evitare una possibile condanna al carcere a vita. Marie Pouchoulin rinuncia a una vita sicura nella città di Calvino e, con suo figlio, segue Amand Goegg in Inghilterra dove la coppia rimane tre anni e mette al mondo due bambini. Poi la famiglia si trasferisce a Ginevra, Offenburg, Bienne e, sul finire degli anni 1860, di nuovo a Ginevra. 

Amand Goegg intrattiene contatti con gruppi pacifisti e con il nascente movimento operaio. Stabilitosi definitivamente a Ginevra con la famiglia, nel 1867 partecipa alla fondazione della Lega per la pace e la libertà. L’anno successivo, Marie Goegg-Pouchoulin viene eletta nel comitato centrale di quest’ultima e diventa redattrice del suo organo di stampa, Les Etats-Unis d’Europe. Oltre che della fraternizzazione della classe operaia, la Lega discute anche dell’uguaglianza delle donne. La visionaria Marie Goegg-Pouchoulin coglie l’occasione e nel marzo del 1868, dalle colonne di Les Etats-Unis d’Europe, lancia un appello affinché le donne diano vita a un’organizzazione femminile internazionale. Scrive, mostrando tutto il suo spirito combattivo: «Coraggio dunque, amiche devote a tutto ciò che è nobile, non indietreggiate dinanzi alle difficoltà dell’impresa e all’esiguità delle vostre risorse (…).»1 Malgrado lo scarso riscontro ottenuto, nel luglio del 1868 nasce l’Associazione internazionale delle donne il cui scopo è realizzare l’uguaglianza sociale, giuridica e politica dei generi. Tra le sue rivendicazioni figurano il diritto all’istruzione delle ragazze, il diritto a un salario uguale per un lavoro di uguale valore e il diritto di voto e di eleggibilità delle donne. Come presidente dell’associazione, Marie Goegg-Pouchoulin è in contatto epistolare con note suffragette attive all’estero e le sprona a costituire comitati locali. 

Nel 1869 fonda la prima rivista femminista svizzera intitolata Le journal des femmes. La panoramica sul movimento femminista in tutto il mondo offerta nel primo numero è emblematica del taglio internazionale che Marie Goegg-Pouchoulin intende dare al periodico. Nel contempo, l’Associazione internazionale delle donne cresce a rilento. Nella primavera del 1870 conta 15 comitati locali attivi in Francia, Italia, Portogallo, Svizzera, Germania, Inghilterra e USA, ma il suo influsso rimane modesto e lo scoppio della guerra franco-prussiana la indebolisce ulteriormente. I mezzi finanziari di cui dispone si assottigliano e per la maggioranza delle donne borghesi la linea dettata da Marie Goegg-Pouchoulin è troppo radicale. Nel 1872 l’Associazione si scioglie. 

Lo stesso anno, la militante ginevrina fonda insieme alla bernese Julie de May l’Associazione per la difesa dei diritti della donna, perlopiù nota come Solidarité dal nome del suo organo di stampa. Il suo obiettivo prioritario è realizzare l’uguaglianza civile delle donne. Avvalendosi – prima donna svizzera a farlo – del suo diritto di petizione, nel 1872 Marie Goegg-Pouchoulin ottiene l’ammissione delle donne all’Università di Ginevra e, due anni più tardi, l’abolizione della tutela di genere sulle nubili e sulle vedove nel Cantone di Vaud. Malgrado questi successi, Solidarité non trova seguito e nel 1880 Marie Goegg-Pouchoulin si vede costretta a sciogliere l’associazione e a chiudere la rivista. Rimarrà comunque legata al movimento femminista sino alla fine dei suoi giorni. Nel 1891 è eletta vicepresidente della neocostituita Unione delle donne di Ginevra e nel 1896, ormai settantenne, partecipa al primo Congresso svizzero per la difesa degli interessi femminili. Si spegne nel 1899 (Crediti: la Commissione federale per le questioni femminili CFQF).

“Chiediamo il diritto di voto perché ogni vero progresso è scaturito dall’esercizio di tale diritto; perché è ora che noi donne la smettiamo di formare una classe sociale particolare; perché siamo convinte del bisogno di presentare anche noi le nostre idee dinanzi alle autorità, alle commissioni, in breve ovunque si discuta.”